Sofferenza e crescita personale

La sofferenza e la rabbia conseguente alla scoperta della truffa emotiva e della violazione della propria intimità non vanno sprecate se si riesce a trasformarle in un’occasione di maturazione e di crescita personale. Ovviamente è un percorso molto lento e di non di facile attuazione e prima di poterne davvero cogliere i frutti è necessaria l’elaborazione del lutto, prima razionale e poi emotivo, nonché la metabolizzazione del trauma e la guarigione di ferite profonde.

Cambiare il significato del dolore e trasformarlo in un motivo di crescita è l’unico modo che abbiamo a disposizione per attribuire valore positivo a un incontro sbagliato e il più efficace rimedio per tornare in possesso dell’autostima e ripartire con un nuovo corso della propria esistenza. Aiutare gli altri, grazie alle proprie competenze, può offrire una forza inimmaginabile ed è in grado di riportare “a livello” il proprio rifornimento energetico, prosciugato e azzerato da mesi e anni di relazione patologica e sofferta.

Un esempio lo ha fornito nel corso della presentazione di Relazioni pericolose l’Avv. Marina Marconato, intervenuta sia in veste di legale sia di ex vittima. Il mio vissuto a contatto con un soggetto disturbato e pericoloso e l’incontro con il blog – ha sostenuto l’Avv. Marconato- hanno rappresentato una trasformazione tanto che oggi, attraverso le mie competenze professionali ed il mio vissuto, fornisco supporto morale e  giuridico a chi ancora lotta per sottrarsi al proprio aguzzino. Bisogna risvegliare la coscienza di tutti per contrastare la violenza psicologica, preludio, molto frequentemente, di quella fisica. Bisogna sensibilizzare le istituzioni, gli operatori sociali, gli avvocati e i giudici perché venga garantita la tutela alle vittime e perché sia resa loro giustizia. Bisogna che sia data voce ai minori perché sia ascoltato e garantito il loro diritto a non frequentare il genitore abusante. Le donne tuttavia devono acquisire consapevolezza nel riconoscere l’abuso morale e la manipolazione prima che si trasformino in violenza fisica e devono  denunciare. Purtroppo, molto spesso tengono nascosti entro le mura domestiche anni di abusi morali, insulti, critiche sprezzanti, tradimenti seriali, maltrattamenti psicologici, fisici e sessuali e cercano aiuto quando la situazione è molto compromessa, quando fermare l’aggressore è come fermare un tir in corsa, come disinnescare  una bomba ad orologeria negli ultimi secondi prima della deflagrazione. L’informazione è cultura, la cultura è libertà e spesso salvezza. Edifichiamo un ponte solido su cui la vittima in fuga possa camminare per allontanarsi dal suo carnefice, ponendosi al sicuro.

49 risposte a "Sofferenza e crescita personale"

  1. Ciao Astra,
    ultimamente tra lavoro e mamma malata non ho più avuto tempo di seguire il blog… non neanche ancora comprato il libro… rimedierò appena possibile, non mi sono dimenticata di quanto tu e le altre lettrici mi abbiate aiutato. Siete sempre nei miei pensieri.

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  2. Buongiorno a tutte (e tutti, eventualmente)
    Pausa. E vado a rileggere questo articolo, che, con parole semplici e dirette dice cose molto importanti.
    Io ancora non sono nella fase della ripresa vera e propria, per ora a sprazzi, nei giorni scori per esempio sono stata “in lavatrice”: come ho scritto in un’altra sezione pochi giorni fa, la disperazione si era impadronita di me. Quindi ora sto cercando di riprendermi dalla centrifuga emotiva nella quale ero piombata. E dato che non c’è nessuno a distendere il cencio e consolarmi di quel pianto incontenibile, lo devo fare da me.
    Lo faccio ripensando a quello che mi scrivete (grazie, sempre!), ripensando a quello che mi ha detto una signora alcuni giorni fa (anche lei sopravvissuta a un border e a un altro personaggio di quelli che conosciamo). Mi ha detto “per riprendersi ci vogliono almeno 3 anni”. E io mi dicevo “no, è troppo, cosa dice… per me non sarà cosi”. Beh temo che la signora abbia ragione. Il problema è che quando si attraversano giorni positivi la sensazione è quella che ci si sta riprendendo, finalmente. Poi si ripiomba e si realizza che non è così, quindi una cosa che ho capito è che devo concedermi il tempo di riprendermi.
    E ripensare ai “mi devi chiedere scusa” per le inezie, ai “non c’è nessun problema, sei tu che hai un problema e lo devi risolvere da te”, alle parole senza senso biascicate per poi dirmi che avevo capito male, alle menzogne, alla negazione delle mie esigenze, alle reazioni stizzose per zittirmi, alla comunicazione paradossale, al ribaltamento delle responsabilità, alle colpe (tutte mie), all’isolamento, alla solitudine, al bastone e la carota e tanto altro.
    Perché non c’è frase, che sia anche “sei tutto quello che ho”, che possa compensare tutto questo.
    Se sono tutto quello che hai, mi devi trattare meglio, non peggio.
    Ce la faremo…
    Un abbraccio a tutte

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    1. Penelope cara,
      hai perfettamente ragione e la tua è un’analisi molto lucida, ci vuole tempo per riprendersi e dobbiamo concedercelo senza colpevolizzarsi per questo.
      Il tempo serve anche ad attraversare il dolore guardando in faccia alla situazione vissuta e metabolizzandola, voltando le spalle alla sofferenza rischiamo che ci tenda un agguato quando meno ce lo aspettiamo.
      Ce la faremo, un passo alla volta e quando cadremo ci sarà sempre qualcuna di noi che tenderà una mano all’altra per risollevarla.
      Un abbraccio a tutti

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  3. Oggi ho scritto una riflessione, messa sotto forma di lettera a lui, la condivido con voi:

    “Ne ho fatta di strada in questi mesi, ti ho mandato via dal mio cuore e dalla mia mente, ho lasciato andare quello che è stato il nostro vissuto insieme, l’ho dovuto ridimensionare e ho capito che non era il grande amore che pensavo, anzi, che l’ho considerato solo io tale e tu mi avevi convinto, con le tue solenni e giurate dichiarazioni d’amore e con quei gesti eclatanti, che fossimo una cosa sola, due anime gemelle che si erano finalmente incontrate.
    E quell’intesa sessuale pazzesca, quella complicità negli sguardi, quelle risate che scaturivano improvvise, quel sapere cosa pensavo prima che lo dicessi, quel balsamo che erano le tue telefonate nelle giornate in cui la vita un po’ ti strapazza, quel riuscire a fare la stessa cosa con te, fino a che non ti è più importato niente di tutto questo e mi hai messa da parte come un vecchio giocattolo che non ti divertiva più e velocemente come sei apparso, così sei scomparso.
    Probabilmente non era pianificato e per anni ci hai creduto anche tu, a modo tuo, poi per te è impossibile legarti profondamente e quello che prima ti piaceva poi diventa un peso e fuggi verso nuove donne che hanno l’attrattiva della novità, inseguendo l’irrealizzabile sogno di una donna “perfetta” per meritare un uomo come te.
    Per questo penso che tu stia messo peggio di me, perché la tua insoddisfazione di fondo ti accompagnerà per tutta la vita, niente e nessuno potrà renderti felice se non per momenti effimeri che vivi in superficie e non ti lasciano niente a parte una gioia momentanea.
    Per tutto questo ho raggiunto il traguardo che credevo irrealizzabile: non sono più gelosa di te, anzi provo pena per le donne che incontrerai , le quali non sanno il dolore che dovranno inevitabilmente passare, non puoi farci niente: sei fatto così, è la tua natura.
    Il silenzio, il tuo silenzio, inizialmente assordante, è diventato il mio più grande alleato per guardare dentro di me e spegnere tutti gli interruttori che tu avevi acceso per tenermi agganciata a te, dipendente emotivamente da te, legata al ricordo di “te meraviglioso”, l’unico uomo in grado di rendermi felice.
    Con fatica, sudore e tante lacrime ho buttato giù la statua a tua immagine e somiglianza che mi sovrastava anche nella tua assenza, che continuava a mantenere vivo il tuo ricordo, a condizionare ogni mio passo, a farmi pensare di essere una donna “indegna” del tuo amore e dunque di non valere nulla, di essere il Relitto che tu avevi scartato.
    Sono consapevole che tu non mi dedichi neanche un pensiero, che tutti gli anni passati insieme, per te, siano stati solo una parentesi, che i tuoi: “non mi perderai mai”, “fidati di me, per te ci sarò sempre”, erano solo slanci momentanei e non avevano il valore che io attribuisco a quelle parole.
    Io non sono “perfetta” e mi accetto con le mie imperfezioni che sono anche la mia unicità, ti svelo un segreto: neanche tu sei perfetto. La perfezione non esiste e , diciamocelo, è pure un po’ noiosa.
    Io ho voglia di “verità”, di naturalezza, di istinto, di sapere che se anche discuto con una persona, poi questa sarà disponibile al dialogo e non mi regalerà la punizione del silenzio, non mi tratterà come la bambina che si è comportata male e deve essere messa dietro la lavagna, colpevolizzata e impaurita nel muovere un passo per paura di sbagliare, che desidera solo essere perdonata e abbracciata.
    Non permetterò mai più a nessuno di trattarmi così, questo non è amore.
    E’ la grande lezione che ho imparato “grazie a te” e non la scorderò mai, ho trovato anche un lato positivo da una situazione negativa.
    E, oggi, riesco a sorridere di questo.
    Spero che la vita ti sorrida sempre ma molto lontano da me, io merito di meglio!”

    Buona domenica a tutte!

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  4. Ciao Stellina, ho scritto io quelle riflessioni!? Giuro che mi ritrovo in ogni parola, come è possibile?
    Stai parlando di te, ma io ci sono dentro fino al collo. Nove anni di storia con quel mostro e tutto è uguale a te. Capisco che la patologia li renda simili, ma qui si tratta di relazioni identiche.
    Che tristezza.
    Anche io ero dipendente da lui, era stato bravo a rendersi indispensabile, un guru, che mi ha, alla fine, demolita; per quanto riguarda la gelosia, io non so chi sia la sua nuova vittima, perché di questo si tratta, ma so che prima o poi mi passerà anche questa gelosia di chiunque possa essere. Tutto passa, mi faccio coraggio da sola … io non riesco ad augurargli felicità, mi ha fatto troppo male. Grazie per le belle parole.
    Saretta (bambina cattiva punita) … che pena queste cose!!!

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    1. Saretta cara,
      spesso mi sono ritrovata a pensare la stessa cosa quando leggevo un tuo commento, probabilmente abbiamo incontrato lo stesso tipo di “personaggio”.
      In un certo senso dobbiamo anche renderci conto che il loro comportamento è “standardizzato” e non sono gli uomini unici ed imprevedibili che credono di essere, una volta che siamo giunte alla consapevolezza…li “sgamiamo” subito.
      Ci hanno fatto molto male ma non ci hanno distrutto, dobbiamo ricordarcelo sempre!
      Un abbraccio

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  5. Stellina, mi piacerebbe scriverti in privato. Se tu vuoi, e Astra ci fa questa gentilezza … c’è un aspetto che vorrei capire come hai fatto a superare … grazie un forte abbraccio

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  6. Ciao Saretta,
    Come stai?
    Astra, domenica sera, mi ha girato la tua mail come richiesto, io ti ho scritto sia lunedì che ieri ma non ho mai ricevuto risposta.
    Mi è sorto il dubbio che tu non avessi ricevuto le mie mail.
    Fammi sapere.
    Un abbraccio

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    1. Saretta rispondi, altrimenti ci preoccupiamo….
      Ragazze vi seguo anche se non scrivo. Stellina ti capisco sai, io ho scritto tante lettere a lui, sapendo che non le avrei spedite ma segretamente sperando che le avrebbe lette e persino capite. Io purtroppo attendo il seguito perché c’è una questione in sospeso.
      Ad ogni modo vorrei dire una cosa… Anche se ho un po’ timore a dirlo, forse sto riprendendo a vivere. Lo faccio con cautela, senza sperare troppo, ma vincendo quel malessere che mi porta a rinunciare a priori.
      Agendo, per scoprire che può essere bello.
      Un abbraccio a voi

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      1. Buongiorno Penelope,
        mi tranquillizza il fatto che gli abbia scritto anche tu delle lettere, mi sento meglio.
        Lui mi ha regalato un silenzio con l’intento di tapparmi la bocca, non ascoltare più e annullarmi.
        Ma io ci sono e non mi interessa più che mi ascolti, ho bisogno di ascoltare me stessa e la lettera è come se l’avessi scritta per mettere ordine dentro di me.
        Mi fa piacere sentirti grintosa e positiva, è l’atteggiamento giusto.
        Auguro una buona giornata a tutte

        P.s. : Saretta fatti sentire che ci stiamo preoccupando.

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  7. ciao ragazze grazie di cuore … sono viva si, un poco-molto sbattuta, ma va benino … adesso.
    Per fortuna ci siete, diciamo che pensavo di stare meglio, ma più il tempo passa e più mi sembra di sprofondare. A causa di alcune cose che ho scoperto, ho dovuto rivedere tutte le logiche che, dentro di me, avevo cercato di far “passare”, tutte tutte quelle di un anno e mezzo.
    Così mi sono ritrovata punto e a capo. Ora sto cercando di risalire ed adattarmi alle nuove spiegazioni.
    Difficile, anzi difficilissimo, ma spero di risolvere … quanti danni ragazze e come brucia sta ferita!

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    1. Con questi individui le ‘scoperte’ non finiscono mai. Credo che all’inizio fare queste scoperte aiuti molto a convincersi di avere avuto a che fare con qualcosa di assolutamente sconosciuto e amorale. E’ in effetti un grande aiuto, perché permette di uscire dalla dissonanza cognitiva, anche se con grande dolore.

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    2. Saretta cara,
      pensa a lui come quello che ti si è rivelato quando gli è caduta la maschera, perché è quella la sua vera “faccia”.
      Come ti si è presentato all’inizio è solo un grande bluff, una recita magistrale degna di un grande attore, incapace di vivere diversamente se non truffando, mentendo e tradendo chiunque incontri.
      Ti saresti mai innamorata di un uomo così? Credo proprio di no.
      Lui è quello non l’uomo dei sogni del quale ti sei innamorata.
      Questa è la consapevolezza che attraverso un percorso interiore di accettazione dell’inganno subito, provando un dolore inimmaginabile, mi ha aiutata a staccarmi da lui e dal ricordo ingombrante che persisteva come una presenza nella mia vita anche durante l’assenza.
      Non voglio essere più condizionata da lui, ora basta!
      Un abbraccio a tutte.

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  8. Saretta, felice di rileggerti. Quello che ormai sto ripetendo come un mantra, a me stessa e anche qui, con il rischio di ammorbarvi, è che ho imparato che bisogna darsi tempo. Adesso sto meglio rispetto ad alcune settimane fa, non ho più crisi di pianto continue, certo alcuni strascichi necessari mi fanno rimpiombare a volte nel dolore più nero, ma sto molto meglio.
    La consapevolezza che sta a me (a noi) fare un passo avanti per non restare ancorata al passato e che ogni passo può comportare un ulteriore sfilacciamento di quella corda che ancora ci tiene legate all’illusione svanita, al sogno perduto, a ciò che credevamo e non era.
    Ma è necessario fare quel passo avanti.
    Un abbraccio a tutte voi.

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  9. Buongiorno ragazze,
    Penelope ha ragione, il tempo, se lo spendiamo nell’occuparci di noi stesse con l’obiettivo di staccarci dal loro controllo e dal loro condizionamento, con una buona dose di inevitabile sofferenza, ci condurrà alla salvezza, a sentirci di nuovo “vive”!
    Io ho imparato da questa esperienza tante cose, forse non è stato un male la perdita dell’innocenza, sono meno ingenua, mi rendo conto prima delle persone di cui diffidare, mentre “prima” la mia estrema fiducia nel prossimo mi rendeva, in un certo senso, cieca ad alcuni segnali.
    Con questo non voglio dire di essere diventata diffidente, perché non credo faccia parte della mia natura, ma valuto con più attenzione, sono più accorta quando ho rapporti di qualsiasi tipo con le persone.
    Ho capito anche che le donne ( o gli uomini ), vittime di violenza psicologica o fisica, non sono persone deboli o che sono state educate alla sottomissione, ma come sappiamo bene possono essere persone con una forte personalità, indipendenti, strutturate, che sono solo state manipolate e ingannate dalla persona che amavano…non penso più, come mi capitava prima leggendo storie di questo tipo, a me non succederà mai!
    Perché, invece, mi è successo e ho dovuto perdonarmi per esserci cascata come una stupida.
    Questo blog, per me, è stato salvifico e non ringrazierò mai abbastanza Astra per averlo creato, voi per il supporto, il confronto e la pazienza nel leggermi e parlare con me.
    Ora vi ho “ammorbato” a sufficienza…Buona giornata a tutte.

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  10. Bene tocca a me ammorbarvi … in questi giorni ho visto tutto nero. Vi ringrazio per il vostro sostegno morale, senza di voi e delle vostre parole sarei stata ancora più sotto terra. Sto attraversando tutto il dolore che consegue l’abuso e tento di stare su anche se con grandissima difficoltà. Lo ammetto, la parte più difficile è accettare che tutto sia stato una commedia recitata benissimo e io molto stupida ed ingenua da intenderlo come grande amore, quando invece era solo controllo e possesso. Questa consapevolezza fa malissimo.
    Non è che non riesco a perdonarmi il fatto di essere stata sciocca, ma non riesco a capacitarmi come si possa fingere in quel modo, non riesco a perdonare lui e a convincermi di che razza di mostro sia stato in questo imbroglio. A che pro? Per quale fine? Che senso ha? Perché illudermi per otto anni? Queste sono le cose che mi fanno male. Certo, io cerco logiche in un essere spregevole e malato e non le troverò mai. Ho incontrato una malattia quindi, non un uomo.
    Anche io, essendo molto socievole, ho sempre dato fiducia al prossimo e ora capisco di avere sbagliato, ciò nonostante non riesco ad essere diversa da come sono. Siamo qui ragazze, grazie a tutte e scusate i miei piagnistei.

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    1. Saretta, dirò la mia che forse è un po’ controcorrente. Io non penso e continuo a non voler pensare, che determinate cose che mio marito mi diceva fossero false e che non abbia provato amore per me. Credo però che fosse.. insufficiente . Insufficiente e patologico. Insufficiente a vincere il suo orgoglio e il suo egoismo, a venire incontro alle mie esigenze, che poi lo hanno portato a determinati comportamenti. Patologico perché esigeva il controllo assoluto, totale, anche dei pensieri, e finanche finanziario, la conversione… la dedizione totale.
      Quando non ci è riuscito, è iniziata la fine. Ed è venuto fuori il “mostro” che non era quello che mi dichiarava il suo amore (forse quando lo diceva non mentiva, era quello che era in grado di fare o voleva dare) ma quello che ha decretato “muoia Sansone con tutti i filistei” ed ha iniziato a dire che io “non sto bene”… e ha iniziato con i ricatti più o meno velati, le ripicche, e tutto il resto.
      Nonostante tutto io non riesco a odiarlo. Provo compassione e nel senso migliore del termine.
      Questo non mi impedisce, adesso, di pensare alla mia vita che sta cambiando.
      Sto facendo tutto ciò che con lui non riuscivo a fare, quando non mi va mi costringo e dopo ne sono felice. Magari capita anche qualche piccola delusione, qualcosa che non va come speravo. Ma sto riscoprendo gioie che avevo dimenticato. E adesso riesco a capire quello che mi dicevano e che mi dicevate quando mi sentivo dire “stai facendo un passo avanti, è una scelta coraggiosa, sei forte, dopo ti renderai conto di quello che hai subìto”. E’ vero.
      Coraggio, CORAGGIO!
      Un abbraccio

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    2. Cara Saretta,
      comprendo perfettamente il tuo stato d’animo e la sofferenza che provi pensando a come sia possibile che la persona che ti è stata al fianco per otto anni si sia rivelata, tragicamente, un’altra da quella che conoscevi.
      Anche io mi sono fatta tutte quelle domande e ho cercato di trovare delle risposte a quei “perché” che mi ossessionavano notte e giorno, facendomi stare male e impedendomi di concentrarmi anche sul lavoro, che per me, è fondamentale.
      Sai perché ha “finto” per otto anni? Perché, per lui, eri fondamentale come specchio narcisistico, a modo suo ti ha “amato”, nel suo modo patologico di concepirlo, in realtà il loro amore è desiderio di possesso e controllo, come hai detto tu, siamo “oggetti” per loro, dunque intercambiabili e sostituibili.
      Ma è il loro modo di relazionarsi con chiunque entri nella loro sfera d’azione, quando mentono o tradiscono, si sentono autorizzati a farlo e dentro di loro si creano motivazioni per giustificarlo, sicuramente noi abbiamo sbagliato, non ci siamo comportate come loro pretendevano che facessimo, colpevolizzano e si assolvono.
      La loro vita è una recita continua, non possono vivere diversamente.
      Come Penelope, anche io non provo rancore nei suoi confronti, perché credo che lui sia schiavo di ciò che è e che non gli permette di godere appieno dell’essenza della vita…è felice in apparenza.
      Sono certa che dopo i momenti neri, ricomincerai a stare meglio e, quando sei giù, scrivi .
      Noi ci siamo.
      Un abbraccio a tutte.

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  11. Perché tutto deve sovrapporsi esportare più scompiglio di quanto non sia già?
    In questi giorni alcuni problemi con la pressione con dei cali di pressione anomali per per che soffro di pressione alta, poi un attacco di panico violento mentre ero alla guida…
    Ora, mentre sono tesa per questo, e altro, arriva la telefonata di lui che mi chiede di riprovare.
    Non me l’ aspettavo, sapevo che era arrabbiato perché gli ho fatto scrivere dall’ avvocato. Non pensavo ad un colpo di scena di questo tipo.
    Sono abbastanza distrutta.
    Vorrei incontrarlo e dettagli le mie condizioni.
    Oppure tirare dritto e basta.
    Vorrei una vacanza. Vorrei che tutto questo non fosse successo.
    Vorrei un miracolo.

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    1. Ciao cara,
      mi dispiace tantissimo per quello che stai passando e ti comprendo benissimo.
      Anche io ho sofferto di attacchi di panico e sono devastanti, per l’intensità e le modalità in cui si verificano, sopraggiungendo nei momenti più impensati e meno opportuni.
      A me, in quel periodo, spesso tremavano anche le mani per l’ansia ed era invalidante socialmente e lavorativamente, mi sentivo un’esaurita, avevo timore che se ne accorgessero tutti e la mia immagine di professionista ne potesse avere un nocumento.
      Lo stress, l’ansia e le preoccupazioni giocano un brutto scherzo per la nostra salute, dobbiamo cercare di mantenerli al livello più basso possibile per il nostro bene…io faccio training autogeno quando mi trovo in periodi del genere.
      Ti sei rivolta alla tua psicoterapeuta?
      Per quanto riguarda la proposta di tuo marito di riprovarci, io non voglio darti consigli ma valuta bene…perché sono maestri nel rigirare le frittate, dimenticare come ci hanno trattato e riproporsi con la splendida “maschera” dell’uomo di cui ci siamo innamorate inizialmente.
      Ma se si cade nella trappola di essere riagganciate, dopo poco si ricomincia con le solite dinamiche che conosciamo e che ci hanno devastato in passato.
      Ora che sei consapevole della sua “natura”, vuoi correre davvero quel rischio?
      Ti abbraccio tanto e fammi sapere come stai.

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  12. Ciao ragazze, leggo con grande stupore del colpo di scena nella vita di Penelope, stupore non è la parola giusta perché sappiamo che tornano, tornano sempre. Tranne il mio per fortuna. Penelope cara, Stellina ha detto bene, valuta attentamente quello che vuoi, quello che desideri, quello che hai passato e quello che non vuoi più .. insomma. Rifletti, se il mio folle tornasse so per certo che sarebbe difficilissimo credergli ancora, dopo tutto quello che mi è costato. Gli attacchi di panico, l’ansia, il senso di vomito e l’inappetenza, la paura dei luoghi, dei vestiti che mi ricordavano lui, gli ansiolitici, l’orrore … insomma tutto tutto tutto. Io ho scalato a piedi nudi una montagna ed anche tu. Cerca di essere lucida. Guarda non voglio influenzarti, ma sii cauta … non buttare via tutto il percorso doloroso di rinascita.

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    1. Si, sto cercando di essere lucida. È un fatto che lui abbia avuto questa intraprendenza ora che gli è arrivata la lettera dell’avvocato. e se non gliela avessi inviata? Non possiamo saperlo.
      Ma è riuscito a destabilizzarmi proprio ora che mi stavo riprendendo.va detto anche che lui non intende parlare. Chiede un ritorno senza condizioni, lasciando intendere che POI le cose si potrebbero chiarire. Chiede ” gesti” e ” non parole”. Ma i suoi, gesti? “Dopo? ”
      No, ho sofferto troppo.
      Non ho più la forza
      Grazie a tutte e benvenuta alla nuova Saretta.
      E poi siccome sono una rompiscatole…. ROSALBA, batti un colpo!

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      1. Penelope tieni duro, non mollare. è una tattica subdola per tentare di farti ricascare nella sua patologia.
        Pensa di fare leva sul tuo sentimento (sincero a differenza del suo).
        Siamo tutte sulla stessa barca ma a differenza di prima, ora ne siamo tutte consapevoli pertanto non cediamo a questi mostri e continuiamo a sostenerci!

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  13. Penelope, sono dalla parte di Saretta (abbiamo anche lo stesso nome :-D)…
    non cedere… anche io ammetto che nell’ipotesi di un ritorno (sono 5 mesi di no contact ) sicuramente sarei tentata a cedere ma so che non sarebbe la scelta giusta. Vogliono e amano solo sapere di essere ancora, a distanza di tempo, al centro del nostro universo.
    Facciamogli credere che si sbagliano. Ci stiamo riprendendo e ricostruendo giorno dopo giorno, minuto dopo minuto, ora dopo ora, il nostro io e la nostra vita. Loro non ne devono fare più parte.

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  14. Carissima Penny, ti e vi leggo sempre .
    Vorrei incoraggiarti, dirti che devi resistere. Ma da fuori e’ tutto facile, stare dentro ad una dipendenza (più o meno accentuata) lo e’ meno. Non essere più ragazzine, temere un futuro ancora piu’ nero del presente, unito alla mancanza di forze , all’apparenza di coppia riuscita a beneficio del pubblico , ma che ti ingabbia… e poi invece solo parole cattive, triangolazioni perché ‘non voglio sembrare un poveretto’, mai un abbraccio, un sorriso, un diversivo, un’uscita,un regalo (parlo di un gelato, non di uno yacht!).
    Sono alla fine. Mi ha distrutta. Sorrido a tutti e dentro sono morta.
    Salvati tu che puoi.
    Ti abbraccio.

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    1. Cara Rosalba,
      ascolta Penelope che ti ha dato i consigli giusti e che sottoscrivo in pieno.
      Non meriti di sentirti distrutta e morta dentro, questo è un “suo” regalo, questo è lo stato di devastazione nel quale ci lasciano ma non è la realtà, è il risultato della loro manipolazione che sfocia nella distruzione della nostra identità.
      E’ una cosa che piano piano supererai se ti scrollerai di dosso il suo “occhio giudicante” su ogni momento della tua giornata, se abbatterai la statua a sua immagine e somiglianza che sovrasta la tua esistenza.
      Recupera te stessa, non sei la donna che lui ti ha fatto pensare di essere…tu vali!
      Ne puoi e ne devi uscire, per te stessa e per tutto il bello che la vita ha ancora da offrirti.
      Penelope cara, anche io ho avuto la tua stessa sensazione in passato: “io ti amo a condizione che…”, l’amore vero è incondizionato ma loro non sono capaci di amare, sono freddi come serpenti anche se lo mascherano bene.
      Non accetterò mai più che nessuno mi ponga condizioni in futuro, questo è certo.
      Un caro abbraccio a tutte e forza!

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    2. vivo la stessa situazione…
      come e quando uscirne?
      razionalmente sono consapevole, grazie a questo blog, della sua malattia; di fatto mi manca tantissimo.
      L’idea poi che possa trovare un’altra mi fà impazzire.

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  15. Rosalba
    puoi anche tu. Un “uomo” (giusto tra virgolette si può dire) che ti tratta in quel modo… non merita che tu resti distrutta come ti ha indotta a sentirti.
    Il mio non lesinava abbracci ed erano la cosa che mi faceva sentire piu’ al sicuro e più felice di tutto. Finchè non ho avuto paura.
    Anch’io ho trascorso mesi sorridendo agli altri e struggendomi di pianti una volta tornata a casa.
    Ora stavo meglio, poi è accaduto quello che vi ho detto. Ma fa specie che lo stile resti quello: “se vuoi io sono qui”. Senza rassicurazioni, senza chiarimenti, senza spiragli. Siamo sempre noi che dobbiamo dimostrare qualcosa, non importa quanto abbiamo dato e dimostrato.
    Siamo noi che dobbiamo seguire, assecondare, abbozzare, incassare.
    No. No, Rosalba… per te, per noi, perché un comportamento del genere non può passarla liscia.
    SalviamoCI.
    un abbraccio grande

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    1. Ciao Penelope.
      Negli – ormai sempre meno frequenti – attimi in cui mi manca, in cui vacillo perché ha attuato dei contatti indiretti, in cui qualcosa dentro sembra prendere il sopravvento, mi fermo.
      Apro un libro, una pagina web o più spesso la mia mente e mi rifaccio alla realtà oggettiva, alla scienza. Niente film, solo la verità assoluta.
      Questo un passo dei tanti che ogni giorno mi accompagnano nella risalita. Parole appuntite, ma la verità.
      Ti siamo vicine, non mollare.

      ” Chiunque abbia mai vissuto le proiezioni di un narcisista conosce il caos, la pazzia, l’intensa lotta per provare a dimostrarsi innocente, gli incredibili colpi di scena e girotondi che il narcisista compirà per evitare la responsabilità e come qualsiasi assunzione di responsabilità, così come la “sicurezza” acquisita nei fatti consolidati può volare fuori dalla finestra in un attimo per ritornare alle versioni patologiche.
      Sarete sbalorditi e devastati dal modo in cui il narcisista rinuncerà a tutti i futuri “sogni” condivisi, tutta la sicurezza creata insieme (compresa la famiglia), ed è perfettamente capace di procurare altre fonti di approvvigionamento narcisistico all’istante – SOLO per non essere responsabile di niente e continuare a incolparvi.
      Vi sentite come “impazziti” cercando di convincere questa persona a comportarsi come un essere umano decente e “normale”.
      (…) L’”AMORE” CHE PENSAVATE FOSSE REALE O POSSIBILE NON LO È, NON ESISTEVA E NON ESISTE. Quello che stava succedendo in nome dell’”amore” era questo: voi eravate il veicolo per nutrire il Falso Sé del narcisista affinché egli sfuggisse alle sue parti interne danneggiate.

      LA RELAZIONE NON SAREBBE MAI STATA SALUTARE E NON AVREBBE MAI FUNZIONATO.

      Si trattava di un rapporto che non ha mai riguardato voi, ma che è sempre stato fermamente legato al narcisista a prescindere da quanto avete creduto nella persona amorevole e attenta che rappresentava di essere, a volte.”

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      1. Grazie anche a te Firefox, si lo so, devo recuperare lucidità dopo questa nuova spinta verso il basso. Si è vero, una giostra impazzita di discorsi e di comportamenti.
        Ce la faremo…..

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    1. Ciao Saretta,
      benvenuta a bordo…
      Quando? Non so risponderti, creedo che nessuna lo sappia.
      Il danno è sempre grande, i tempi sono lunghi e soggettivi. Il segreto è non mollare e riappropriarsi dei propri spazi, consapevolezze, del godere delle piccole cose. Vere.
      Ti abbraccio.

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    1. Saretta, quasi 30 anni.. sei giovanissima, io potrei essere tua madre… ritrova te stessa.. occupati di te. se ci sto provando io alla mia età, figurati cosa puoi fare tu.
      FORZA!

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  16. lo so Penelope… mi sembra impossibile, sono stati 4 anni e mezzo di inferno… anche attimi piacevoli talvolta… poi lui mi ha lasciato (definitivamente 5 mesi fà, dopo il nostro ultimo rapporto) dicendo che di base mancava la fiducia da parte sua (si è inventato tradimenti inesistenti)… probabilmente, dopo tutti gli articoli letti (grazie Astra!) si stava rivolgendo a se stesso.
    Premessa lui ha 45 anni, abbiamo 16 anni di differenza e lui non si è mai fidato o comunque da subito poco e niente, pertanto è diventato anche geloso a livelli indescrivibili.

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  17. In questi giorni sto toccando con mano, più di quanto mi sia mai capitato, la difficoltà di essere una donna sola a scontrarsi con 1000 cose.
    Non so se a voi sia successo, non so se si tratta di una questione geografica o di carattere. Però vi assicuro che mi sto scontrando fino allo spasmo con la mentalità maschile di chi ti tratta con arroganza salvo che qualcuno ( maschio) non faccia da intermediario.
    Sono esausta e a volte ripenso alla ” bolla” nella quale ho vissuto fino a un po’ di tempo fa, nella mia vita con lui, così appartata da ricordarmi a stento di quanto complicato sia, a volte, vivere.
    Perché se interviene un maschio, sentono di trattare tra pari, se pure in contrasto. Ma se agisci da donna sola, il tono è un altro e le pretese pure e devo darti da fare il doppio.
    Sono stanchissima.

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    1. Cara Penelope,
      purtroppo è verissimo, se sei donna vieni considerata “inetta” sulle questioni pratiche di vario genere e dunque molti cercano di fregarti.
      Ti faccio un esempio: anni fa la macchina che possedevo ha avuto un problema al blocco dello sterzo e il meccanico convenzionato, essendo in garanzia, mi voleva far pagare la sostituzione…è dovuto intervenire mio fratello per spiegargli che era stato riscontrato essere un difetto di fabbrica di quel modello di auto e dunque dovevano sostituire il pezzo gratuitamente.
      E ti potrei fare mille esempi.
      Nella becera mentalità maschilista le donne si intendono solo di scarpe, borse, abbigliamento e di generi alimentari, per il resto si possono buggerare tranquillamente.
      Io non essendomi mai sposata ed avendo solo avuto convivenze nelle quali vivendo a distanza, si conviveva per il fine settimana o qualche giorno durante la settimana o in periodi di vacanza, mi sono sempre occupata personalmente delle questioni pratiche e ho trovato, fortunatamente, persone di fiducia alle quali rivolgermi.
      Ho anche imparato ad usare il trapano, a riparare una presa elettrica etc.
      Mesi fa ho trovato anche la causa di un corto circuito (una lampada esterna ), e ho riparato il danno da sola.
      Di necessità, virtù.
      Sono certa che ti adatterai a questa nuova situazione e troverai persone oneste nelle quali potrai riporre la tua fiducia, perché non hanno quella mentalità e ti tratteranno con il rispetto dovuto.
      Forza!
      Un abbraccio…

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      1. Grazie Stellina
        sull’arrangiarmi da sola per questioni pratiche sono abbastanza allenata, dato che prima di sposarmi ho vissuto da sola molti anni e anch’io me la sono cavata su tante cose. E certamente ho persone di fiducia che mi aiutano a risolvere alcune cose tecniche laddove io non arrivo. Ma quello che proprio non sopporto è questo modo di porsi come se ti avessero già in tasca… A parte pochissimi esempi, partono proprio dal presupposto che si trovano un gradino più in alto (minimo) e che possono rigirarti come gli pare.
        Dov’è il bug che impedisce che si educhino maschi e femmine dall’inizio al rispetto reciproco, all’idea di parità se pure nella differenza?
        Saluti e buon fine settimana….

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      2. Purtroppo il bug è culturale, è un retaggio della cultura cattolica secolare, nel quale la donna è sempre stata relegata ad un ruolo subalterno rispetto all’uomo e l’attuale crisi ha portato, a mio parere, ad una regressione da questo punto di vista.
        Nonostante le donne abbiano fatto notevoli passi avanti nell’emancipazione e nel ricoprire ruoli di spicco in ogni settore, rimane sempre il fatto che debbano fare il doppio della fatica per arrivarci ed essere riconosciute, spesso anche pagate meno rispetto ai loro “pari” di genere maschile.
        Poi ho anche notato che molti ragazzi giovani hanno acquisito una mentalità retrograda in merito, rispetto alla generazione che l’ha preceduta.
        L’educazione potrebbe fare tanto, in questo senso i genitori hanno una grande responsabilità e l’esempio da dare ai propri figli in questo senso, in modo che i ragazzi abbiano rispetto per il genere femminile e pari considerazione e le ragazze sappiano che possono fare qualsiasi scelta vogliano nella vita e che diventare mogli e madri non è la realizzazione della loro esistenza ma un atto d’amore, che per essere riconosciute come donne non hanno bisogno, a tutti i costi, di un uomo al loro fianco.
        Questo è il mio umile pensiero.
        Un caro saluto

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